CLASS ACTIONS
di Davide Biocchi
Oggi gli investitori, grazie al trading on line, hanno a portata di "click" le borse di tutto il mondo e, attratti dalle prospettive di guadagno e dalla volatilità di mercati come il Nasdaq, scelgono spesso di diventare azionisti di società americane.
In questi anni parecchi hanno di conseguenza subito perdite notevoli per crolli imprevedibili che hanno coinvolto anche società che sembravano solidissime, come Enron e Worldcom, e che non sono imputabili alla normale volatilità delle borse, ma piuttosto alla consumazione di veri "reati" brogli, falsificazioni di bilancio...- ai danni degli azionisti da parte degli amministratori delle società.
Per le vittime di queste situazioni la legislazione statunitense prevede la possibilità di azioni legali collettive attraverso le quali è possibile far valere i propri diritti e vedersi riconosciuto il danno senza sobbarcarsi costi e lungaggini: sono le "Securities Class Actions" (azioni collettive nei confronti di società quotate), o più semplicemente "Class Actions", diventate popolari con le celebri battaglie degli anni '80 contro le multinazionali del tabacco.
La possibilità di prender parte a una Class Action dipende esclusivamente dal possesso dei requisiti previsti, in particolare dall'acquisto del titolo in un determinato periodo. L'unica spesa - che si affronta solo se l'indennizzo è effettivamente riscosso - è il pagamento di una percentuale prefissata allo studio legale che ha seguito la causa.
Le "Securities Class Actions" in essere sono numerose; molte hanno già prodotto accordi e transazioni. Per ottenere l'indennizzo i danneggiati sono tenuti semplicemente a richiederlo nei modi e tempi debiti. Uno degli adempimenti degli studi legali impegnati in Class Actions consiste proprio nel dare la massima diffusione - tramite stampa, TV, inserzioni etc. - agli accordi raggiunti, allo scopo che il maggior numero possibile di danneggiati riceva effettivamente l'indennizzo.
Ciò nonostante, in Italia ed in Europa l'informazione in proposito è ancora scarsa. Nel corso del 2003, infatti, oltre 150 milioni di dollari di indennizzi stanziati non sono stati riscossi, in prevalenza da investitori non statunitensi. Una qualche consolazione può scaturire dal fatto che le somme non richieste in tempo utile vengono integralmente devolute in beneficenza.
Per chi volesse approfondire l'argomento o controllare l'elenco delle Securities Class Actions in essere, è disponibile una rubrica aggiornata sul sito Tradingweek.net